Orphan Black – Recensione

Orphan Black è una serie televisiva canadese sci-fi /thriller ideata da Graeme Manson e John Fawcett e trasmessa in Canada e negli Stati Uniti dal 30 Marzo 2013, per 5 stagioni.

In Italia,le prime 2 stagioni sono state trasmesse dal canale Premium Action di Mediaset Premium e le ultime 3 da Netflix.

Questa geniale produzione – una miscela di dramma vendicativo e thriller di fantascienza – è una cosa rara in tv: una trama ricca di mitologia con personaggi ben realizzati e battute scritte in modo perfetto, tanto che ci si sente parte del tutto e ci si preoccupa di ciò che accade ai protagonisti.

La trama è ragionevolmente semplice.

Più di 30 anni fa, la società di genetica Neolution ha messo in atto l’idea della clonazione umana e ha creato due progetti, uno maschile (Project Castor) e uno femminile (Project Leda).

la trama è incentrata su una di questi cloni femminili, la piccola criminale Sarah Manning (Tatiana Maslany), che scoprirà di essere una clone dopo aver assistito al suicidio di una donna.

Rubatene l’identità lotterà per trovare le sue “sorelle” , scoprire la verità su Neolution e le sue compagnie satelliti e il loro progetto di eliminare tutti i cloni restanti.

Ma ciò che rende lo show piacevole non è la sua trama, per quanto avvincente , ma la sua caratterizzazione e le rappresentazioni che il cast offre.

L’ attrice Maslany è superlativa, è lei ad interpretare tutti i cloni, dalla protagonista Sarah, alla madre di famiglia Allison fino all’ assassina ucraina Helena e alla studentessa Cosima.

Lo show è incentrato sul ruolo delle donne nella società e sul dibattito secolare tra educazione e natura;

i cloni possono sembrare tutti uguali, ma la loro personalità è forgiata dal modo in cui sono stati allevati, sono donne ordinarie con un proprio background e vite separate che si uniranno per un bene comune.

Il desiderio di impegnarsi con temi intriganti, densi e attuali, senza mai lasciare che la trama zoppichi, è ciò che rende Orphan Black così divertente da guardare.

Dal nostro inviato in America.

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