Cobra Kai – Recensione

Cobra Kai è una serie televisiva statunitense in 3 stagioni, sequel del film The Karate Kid del 1984, e prodotta per YouTube Premium nel 2018.

In Italia le prime due stagioni sono andate in onda sul canale Youtube Premium e poi dal 2020 tutte e tre stagioni sono visibili su Netflix.

Sono passati più di 30 anni da quando Daniel (Ralph Macchio) e Johnny (William Zabka) si sono affrontati nel Campionato di Karate Under 18 All Valley del 1984, da quel momento cruciale, le loro vite sono molto cambiate.

Cobra Kai Recensione

Daniel ha sfruttato la sua ritrovata fiducia nelle proprie capacità, per diventare proprietario di una linea di concessionari di auto.

Johnny ha coltivato rancore per più di 3 decenni, ha dimenticato le cinture nere: e le uniche cose a cui tiene in questi giorni sono le bottiglie di birra.

Potrebbe essere stata la sua fine, passare il resto della sua vita a bere birra e a guardare vecchi film degli anni ’80, ma quando si presenta l’opportunità di ritrovare il suo onore perduto e avere finalmente la sua vendetta su Daniel, Johnny coglie l’occasione: riapre il suo vecchio dojo Cobra Kai e insegna ai suoi allievi  come il suo sensei, Kreese(Martin Kove), aveva fatto con lui.

La chiave della storia è proprio il ritorno di Kreese, che riappropriandosi del Dojo e cercando di inculcare le stesse meschine dottrine di 30 anni prima,  fa si che Daniel e John si rendano conto di avere molto più in comune di quanto pensassero, e dovranno lavorare insieme per sconfiggerlo.

L’originale Karate Kid era relativamente innocente e piuttosto stimolante, la serie invece non è rivolta ai giovani spettatori come l’originale ma si concentra di più sui cinquantenni Johnny e Daniel.

Troppo spesso facendo affidamento sulle coincidenze, con cenni nostalgici e autoironia, si indirizza lo spettacolo in un territorio sconosciuto che include un triangolo amoroso adolescenziale artificioso, una sotto trama del figliol prodigo e un percorso alquanto prevedibile per tornare al Torneo di Karate Under 18 dove tutto è iniziato.

La serie tra alti e bassi è riuscita a ricreare l’atmosfera e i contenuti della prima storia, grazie agli autori  che sono prima di tutto fan del film dell’84, ci sono colpi di scena ben assestati e quel pizzico di “ non prendiamoci sul serio” che rendono Cobra kai una corsa divertente in un mondo di perdenti.

Dal nostro inviato in America

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