FIFA 22 su PS5 ecco la demo su next-gen!

FIFA 22: DEMO SU PS5. ECCO IL CALCIO NEXT GEN DI EA

L’inizio del campionato di nuova generazione, lo scorso ottobre, è stato solo un antipasto. Come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione di FIFA 21 Next Gen, Electronic Arts aveva solo gettato le fondamenta di quella che sarebbe poi stata la vera formazione da presentare sui campi di PlayStation 5 e Xbox Series X. FIFA 22 rappresenta il dream team dell’azienda americana, la squadra pronta a segnare un effettivo passo in avanti per la serie calcistica, forte della potenza hardware garantita dalle console di Sony e Microsoft. È effettivamente ancora presto per sbilanciarci su quanto EA abbia centrato lo specchio della porta, ma la nostra pur breve prova con una demo assai limitata di FIFA 22 ci ha mostrato un gioco più sicuro delle proprie capacità tecniche, ancora – quantomeno all’apparenza – ben legato alla filosofia ludica del brand ma non per questo rinunciatario. Prima di scendere sul manto erboso virtuale, abbiamo anche avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere a bordo campo con Sam Rivera, che ci ha raccontato dal suo punto di vista le migliorie offerte da questo nuovo capitolo.

L’Hypermotion si nota

Il pilastro fondante di FIFA 22 prende il nome di Hypermotion, la tecnologia fieramente next gen che ha permesso al team di sviluppo di ricalibrare parte delle fondamenta di gameplay: la sua origine di nuova generazione le impedisce di essere “scalata” sulle precedenti piattaforme a marchio Sony e Microsoft, e pertanto le versioni PS4 e Xbox One di FIFA 22 non presenteranno i miglioramenti connessi connessi all’Hypermotion.

Rivera sottolinea che EA è al lavoro su questa innovazione “da circa 3 anni. Avevamo raggiunto il limite della potenza delle scorse console, mentre con l’avvento della next gen abbiamo potuto sfruttare questa nuova tecnologia per offrire un livello di realismo del tutto inedito“.

L’Hypermotion è frutto della combinazione di due feature che Rivera sbandiera con orgoglio: da una parte troviamo l’advanced 11vs11 match capture, dall’altra l’implementazione del machine learning. La prima propone un sistema di cattura dei movimenti dei giocatori piuttosto avanzato, frutto dell’utilizzo delle tute Xsens, le quali – registrando l’azione dei singoli calciatori direttamente sul campo da gioco e non in uno studio – permettono la riproduzione di movenze nuove e più precise, nonché ottimamente interconnesse.

Abbiamo registrato interamente i 90 minuti dei giocatori sul campo” – specifica Rivera ai nostri microfoni, segno di quanto EA si sia impegnata per fornire maggior importanza al realismo della messa in scena. Il Machine Learning, dal canto suo, fornisce una superiore immedesimazione all’insieme, dando modo all’intelligenza artificiale di apprendere nuovi pattern e adattarsi allo stile del giocatore. Sulla carta, sono tutte feature decisamente intriganti ma, alla prova dei fatti, qual è il loro impatto pad alla mano? La demo che abbiamo provato era ancora in versione Beta, in una fase piuttosto acerba, eppure bisogna ammettere che il passo in avanti, sul versante della fluidità e della verosimiglianza comportamentale, ci è parso tangibile. Le nuove animazioni sono francamente avvertibili, legano le manovre con più accuratezza, e le movenze degli atleti donano all’insieme un colpo d’occhio di sicuro più soddisfacente.

Ci sono molte meno interruzioni negli scatti della corsa, e lo stesso si può dire per i contrasti e le mischie in area. Queste rifiniture non sono soltanto visive, ma si riflettono anche nel controllo della squadra: la precisione degli input, in tal senso, non ha subito contraccolpi né ritardi, nonostante le animazioni ora appaiano più estese e ben connesse in rapporto al passato. Ci dice Sam Rivera: “La responsività è un elemento fondamentale per rendere il gioco divertente. Negli scorsi capitoli sfruttavamo animazioni più corte, dal momento che non era possibile estendere come volevamo le movenze dei calciatori. Ora le transizioni sono più lunghe, pur senza inficiare la rapidità degli input. Il nostro scopo è quello di raggiungere il corretto bilanciamento tra responsività e realismo visivo“.

Questo equilibrio è sicuramente più presente in confronto agli episodi passati: la gestione della sfera e la progressione delle manovre offensive acquisiscono così una nuova profondità e un senso di superiore verosimiglianza. Nella build di prova le squadre con cui giocare erano tutte di alto profilo, dal Real Madrid fino al Liverpool, passando per il Chelsea, l’Inter, Il Milan, il PSG, Il Manchester City, il Tottenham, il Borussia Dortmund e l’Atletico Madrid, senza contare il Soccer Aid, una rosa di super campioni del passato (con Pelé, Maradona e Ronaldinho) praticamente inarrestabile.

Ne consegue che la spettacolarità del gioco e la riproduzione degli atleti, tutti molto celebri, erano settate su livelli assai elevati; ci piacerebbe pertanto osservare le qualità dell’Hypermotion anche su squadre meno blasonate. La medesima curiosità si applica alla rinnovata intelligenza artificiale tattica aggiunta in FIFA 22: stando alle parole del team, i calciatori guidati dalla CPU prendono sei volte più decisioni al secondo in confronto al passato. Quando si tratta di formazioni caratterizzate da una loro forte personalità, la riconoscibilità dei movimenti, delle azioni, delle sovrapposizioni e delle manovre difensive è abbastanza evidente.

Ci spiega Rivera, tuttavia, che “la qualità dell’IA e il posizionamento degli atleti sul campo non dipende dal grado di sfida selezionato. L’approccio alla partita e alla difficoltà dipende dal modo in cui l’utente riesce a leggere l’azione avversaria, sfruttando adeguatamente le strategie a disposizione“. E a proposito di tattiche, sono stati aggiunti nuovi spunti offensivi, fortemente richiesti dalla community, che danno modo di utilizzare uno stile basato sulle palle lunghe, sul bilanciamento, sul possesso palla e altre azioni. Avremo ovviamente bisogno di più partite e di maggiori combinazioni di squadre per testare l’efficacia di simili rifiniture, ma per il momento l’IA ci è parsa un po’ altalenante, soprattutto per quel che riguarda il comportamento dei portieri. Electronic Arts sostiene di aver riscritto buona parte delle regole che gestiscono le azioni dell’estremo difensore, dall’affidabilità più accentuata fino all’uso di animazioni più elaborate.

Se da una parte i portieri si sono dimostrati molto forti nell’uno contro uno e nei riflessi dalla distanza, dall’altra a volte hanno compiuto qualche uscita “per acchiappar farfalle” che ha lasciato troppo scoperto, per gli attaccanti avversari, lo specchio della porta. Parliamo comunque di una build preliminare, e molte di queste imprecisioni potranno essere limate a tempo debito. Così come le animazioni, i contrasti e il temperamento della squadra, anche la fisica del pallone ha subito dei perfezionamenti, nella frizione del contatto, nella rotazione e nella velocità: le traiettorie a parabola sono ora più realistiche, mentre qualche concessione all’esagerazione è ancora presente nelle bordate da oltre l’aria di rigore.

Fonte: everyeye

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